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All'interno della New Start (Parte 2)



Ecco la seconda parte del post dedicato alla New Start, per saperne di più circa questa organizzazione e aiutare coloro che sono interessati a entrarvi.
Nel post "All'interno della New Start (Parte 1)" ho intervistato un'ex volontaria dell'organizzazione che ha prestato volontariato in Giappone.

In questa seconda parte dedicata alla New Start, a rispondere alle domande è stata Silvia, referente italiana dell'associazione che si occupa di fare da tramite tra i volontari italiani e la sede giapponese.





Anche in questo caso le risposte sono chiare e precise, pertanto saranno proposte senza alcuna modifica.

Come hai conosciuto la New Start?

Una mia compagna di corso di giapponese dell’università mi ha parlato per la prima volta della New Start nel 2006.

Come ne sei entrata in contatto?

Ho partecipato alle feste che si tenevano alla sede della New Start di Roma (che ha chiuso ormai da alcuni anni). Durante questi incontri ho preso i primi contatti con i ragazzi hikikomori ospiti e con la signora giapponese che da Roma coordinava il tutto.

Da quanto tempo presti volontariato per la New Start?

Dal 2006 al 2008 sono stata volontaria. Dal 2010 ad oggi faccio parte dello staff.

Perché hai deciso di entrare a far parte di questa organizzazione?

Dopo la prima esperienza di tre mesi, ho deciso di tornare per poter continuare a lavorare con alcune persone (staff e hikikomori) a cui mi ero affezionata. Nel 2008 per motivi personali ho interrotto il volontariato ma dopo aver saputo che la sede di Roma aveva chiuso e si cercava qualcuno che continuasse a mantenere rapporti con i ragazzi italiani interessati al volontariato, ho ricontattato lo staff e sono rientrata nell’associazione.

Qual era il tuo ruolo in origine?

In origine ho lavorato nella sede di Tokyo insieme ai ragazzi hikikomori, facendo anche visita nelle case private di coloro che chiamavano l’associazione per avere un aiuto. Praticamente ho fatto tutto ciò che fanno ora gli italiani che partono per il volontariato.

Qual è il tuo ruolo adesso?

Adesso, da Roma, faccio da tramite tra gli italiani interessati all’esperienza New Start e lo staff di Tokyo, in tutte le procedure di ammissione al volontariato.

Come fa un ragazzo o una ragazza ad entrare nella New Start?

Prima di tutto deve essere fortunato e riuscire a trovare l’annuncio in cui è riportato l’indirizzo e-mail. Senza quello è impossibile un primo contatto e la successiva candidatura. La maggior parte delle persone che mi scrivono hanno avuto notizie della New Start attraverso il passaparola degli studenti. Purtroppo ho la possibilità di affiggere gli annunci soltanto all’università di Roma, annunci che una volta a settimana finiscono nel cestino quando viene ripulita la bacheca. Ho provato anche a mettere degli annunci su internet (kijiji, vivastreet), ma in quel caso ricevevo richieste da tutt’Italia e siccome per accedere al volontariato è necessario almeno un incontro dal vivo qui a Roma, molte persone, impossibilitate a intraprendere il viaggio, lasciavano perdere. Una volta ricevuta la mail, organizzo l’incontro del candidato con un ragazzo giapponese che valuta la conoscenza della lingua e cerca di farsi un’idea della persona che ha davanti. Il colloquio dura solo una ventina di minuti ed è difficilissimo riuscire a capire con quale grado di serietà il ragazzo o la ragazza si presterà al volontariato. Incrocio sempre le dita ogni volta che parte qualcuno, sperando di non avere lamentele da parte dello staff giapponese. Sono molti infatti quelli che mi contattano allettati dall’esperienza in Giappone ad un prezzo irrisorio (la New Start offre vitto e alloggio) e a cui degli hikikomori non importa nulla. Ovviamente chi approfitta di questa esperienza per fare i suoi comodi non lascia un bel ricordo degli italiani, rendendo poi difficile l’integrazione e il lavoro di chi arriva dopo di lui (o lei).
Una volta valutate le competenze linguistiche, si richiede al candidato di scrivere una lettera di presentazione in giapponese che invierò allo staff insieme a una foto. Se lo staff accetta la candidatura e dà l’ok, la persona può prenotare il volo di andata e ritorno per Tokyo, tenendo presente che la durata massima del volontariato è di tre mesi.

Deve avere delle competenze specifiche?

Il ragazzo (o la ragazza) che si candida deve essere almeno al secondo anno di studi universitari della lingua giapponese o, se non studente, deve aver superato il vecchio livello 3 del Japan Proficiency Language Test. Se non ha titoli certificati, al momento del colloquio deve dimostrare di riuscire a comunicare in giapponese. Ciò è basilare. La conoscenza di qualsiasi altra lingua (anche l’inglese), alla New Start non serve a nulla.

A chi si deve rivolgere?

Il candidato deve scrivere una e-mail all’indirizzo newstart.roma@gmail.com, specificando possibilmente il periodo in cui desidera partire e le sue competenze di giapponese.

Quali sono le mansioni che un nuovo arrivato si troverà a dover fare?

Gli italiani, accedendo alla New Start, si impegnano a svolgere dei lavoretti (lì chiamati shifto – traslitterazione dell’inglese in katakana) per quattro giorni a settimana affiancando i ragazzi hikikomori in mensa, in panetteria, al bar e al centro anziani. In genere si tratta di turni di 5-6 ore al giorno. In più è richiesta presenza del volontario durante tre cene a settimana (nabekai). I volontari italiani possono usufruire della mensa anche quando non sono di turno e ogni volta che si muovono con l'associazione hanno tutto rimborsato. 

Avete un tetto massimo di volontari o siete sempre alla ricerca?

Il volontariato è di tre mesi (né di più né di meno), cioè l’esatta durata del visto turistico. Una volta terminato il volontariato non c’è possibilità di essere assunti dall’associazione, né di prorogare la durata del visto. Per il momento la New Start può ospitare nello stesso periodo un massimo di due ragazze e un ragazzo. Poiché il periodo di soggiorno è breve, siamo sempre alla ricerca di volontari.

Come è organizzata la New Start? Esiste una gerarchia precisa?

La New Start è stata fondata dai coniugi Futagami ed è organizzata con due uffici (uno a Tokyo, uno a Chiba) che gestiscono tutte le pratiche burocratiche. Lo staff risponde alle chiamate delle famiglie, prende contatti con esse, organizza eventi. Praticamente smista tutto il lavoro di segreteria. Ci sono poi le rental oneesan (o rental oniisan se si tratta di ragazzi), “sorelle maggiori in affitto” che cercano il primo contatto con le famiglie o con gli stessi hikikomori. Infine c’è lo staff che lavora nelle strutture dell’associazione. Gli incarichi non sono nettamente distinti. C’è chi lavora nell’ufficio alcuni giorni e nelle strutture dell’associazione in altri, chi è rental oniisan ma sta anche in ufficio, ecc… Non indossando nessun tipo di divisa o cartellino identificativo non è facile capire chi sia staff o no. Si percepisce molto una gerarchia di anzianità per cui l’ultimo arrivato, se ne ha bisogno, si consulta con chi è da più tempo alla New Start indipendentemente se sia staff oppure no. Al centro anziani, una delle attività dell’associazione, lavora del personale specializzato (coadiuvato dai ragazzi hikikomori) che non fa parte della New Start.

Include medici o psicologi?

Il personale medico è esterno alla New Start.

Quante sedi ci sono in Italia? In che città?

C’era una sede a Roma ma ha chiuso ormai da alcuni anni.

Quanti volontari avete in Italia?

Nessun volontario poiché tutte le strutture della New Start si trovano a Tokyo.

Avete un sito internet (in italiano)?

Esiste un sito internet ma soltanto in giapponese. Per avere informazioni in italiano l’unico indirizzo che si può contattare è quello che gestisco io: newstart.roma@gmail.com.

Entrate in contatto anche con ragazzi hikikomori?

La New Start in Giappone lavora per ragazzi hikikomori e neet e si occupa soltanto di giapponesi. In Italia qualcuno che si riteneva hikikomori ci ha contattati e lo abbiamo indirizzato ad altre associazioni nazionali.

Ci sono tanti casi?

È difficile quantificarli perché non tutti i casi escono alla luce del sole. Pare comunque che nel 2011 in Giappone siano stati conteggiati un milione e seicentomila hikikomori.

Qual è la vostra modalità di aiuto?

In genere è la famiglia di appartenenza dell’hikikomori che entra in contatto con la New Start. L’associazione si informa sulla persona da seguire e, a seconda dei casi, procede invitando l’hikikomori nelle strutture o cercando un primo contatto con le rental oneesan che si recano a casa a intervalli regolari, per tentare di parlare con i “casi”. C’è anche chi si rende conto di avere problemi di socializzazione e contatta la New Start autonomamente, senza l’incoraggiamento delle famiglie. A volte le visite delle oneesan nelle case degli hikikomori sono sufficienti a dare una scossa ad una situazione di stallo. A volte si riesce a convincere il ragazzo, o la ragazza, a tentare un’esperienza di soggiorno direttamente nelle strutture dell’associazione. I casi sono tantissimi, le cause che portano a questo comportamento sono infinite (caratteriali, esperienze negative, traumi di vario tipo) ed è difficile spiegare in poche righe le diversissime modalità di aiuto. In parte è soltanto l’esperienza che spinge la oneesan a “imbroccare” la strada giusta nel contatto con la persona.

C’è stato un caso particolare che ti ha colpito?

I casi che mi hanno colpito sono stati molti e qualcuno per niente a lieto fine. Aiutare gli hikikomori in una società come quella giapponese è veramente difficile, c’è poco spazio di manovra. Dopo che si è scesa la china è quasi impossibile risalirla. Ma tra lo staff della New Start c’è qualche ex hikikomori che si è sposato, ha messo su famiglia e adesso vive felice circondato dall’affetto dei propri cari.

C’è qualcosa di importante che vuoi aggiungere?

Per accedere al volontariato della New Start sono basilari una buona conoscenza del giapponese parlato ed enormi dosi di motivazione, serietà e rispetto. Ma anche tanta pazienza perché per riuscire ad entrare in confidenza con alcuni ragazzi hikikomori ci vuole tempo e costanza. Con altri purtroppo non ci si riuscirà mai.
La New Start ha bisogno di persone che si prestino a star vicino ai ragazzi hikikomori per tutta la durata del soggiorno. Solo in cambio di questo l'associazione offre vitto e alloggio per tre mesi. E' una grande opportunità per chi vuole studiare la lingua e conoscere il Giappone, ma la serietà e l'impegno sono d'obbligo.



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